giovedì 18 luglio 2013

Il Silenzio, qualche riflessione (Tesi di Chiara Viola Uccello)

di Chiara Viola Uccello - © 2013
(un estratto dalla prima pagina)
Il silenzio, per definizione, è assenza di suono, assenza di rumore, assenza di parola. In realtà è abbastanza corretto e unanimemente accettabile affermare che il silenzio non esiste. O comunque non è percepibile finché c'è vita. Anche all'interno di una camera anecoica (dal greco “priva di eco”), un ambiente costruito in modo tale da riflettere il meno possibile le onde sonore, quindi silenzioso, si è in grado di percepire dei rumori: il proprio respiro, innanzitutto, il battito cardiaco, i gorgoglii dello stomaco. Silenzio al quale l'uomo non è abituato. Di così difficile sperimentazione che l'essere umano non riesce a resistere per più di 45 minuti al suo interno.

Raccontava John Cage (Los Angeles 1912 - New York 1992), musicista e compositore contemporaneo che cambiò la concezione della musica nel Novecento, dopo aver visitato la camera anecoica dell'Università di Harvard, di aver sentito due suoni, uno alto e uno basso. Il tecnico di servizio gli spiegò che aveva sentito il suo sistema nervoso in funzione e il suo sangue in circolazione.
Silenzio positivo, silenzio pieno, silenzio che ripristini l'armonia del mondo e allontani la disfatta dello spirito, silenzio che plachi il tumulto della mente,  silenzio che ci riporti ad un ascolto attivo del paesaggio sonoro, che diventa opera d'arte, e di tutto quello che accade intorno. Che sia arte  o che sia vita.

"Ogni indagine sui suoni non può concludersi che con il silenzio. Non il silenzio vuoto e “negativo”, ma il silenzio “positivo” della perfezione e della pienezza. (…) Si può ascoltare il silenzio? Sì, se potessimo estendere la nostra consapevolezza fino a comprendervi l'universo e l'eternità, allora potremmo ascoltare il silenzio."
(R. Murray Schafer)

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